In quaranta sul Tamer

Eccoci qui di nuovo per raccontare un’altra entusiasmante escursione della domenica!

L’escursione, che si è svolta il primo luglio 2007 ci porta in un luogo già visitato un paio di stagioni fà… Ci ritroviamo infatti sul gruppo del San Sebastiano-Tamer, tra le dolomiti Zoldane ed Agordine. Cime che a mio parere riservano grandiosi panorami e altrettante grandi soddisfazioni per quanto riguarda i percorsi che offrono.


Dunque, per chi vuole replicare, un breve sunto di dati tecnici:

  • Dislivello: 950 mt. circa.
  • Difficoltà: EE
  • Tempo di percorrenza: circa 6/7 ore.
  • Cartografia: Tabacco n. 25 (dolomiti di zoldo cadorine ed agordine)
  • Partenza: Passo Duran (1598 mt)
  • Arrivo: Cima Tamer Grande (2547 mt)
  • L’escursione è di circa 950 mt di dislivello, piuttosto impegnativi sul ghiaione e con un paio di passaggi di I e II- grado poco prima della vetta (si consiglia quindi un minimo di esperienza ed il materiale per attrezzare un’eventuale corda fissa).

L’escursione è stata organizzata dal gruppo Cai di San Donà di Piave insieme al gruppo Cai di Portogruaro. Alla gita hanno partecipato ben 40 persone, non poche e devo ammettere che non è proprio comodo, sia per una questione di tempi che di sicurezza. Ma il grande lavoro degli accompagnatori (perchè per loro è stata proprio una giornata di lavoro!) ha reso questa gita assolutamente sicura, tranquilla e spettacolare come ci aspettavamo.

Il percorso parte dal Passo Duran, seguendo il segnavia 524 che sale tranquillo in mezzo ad un boschetto, aprendosi poi in mezzo ai mughi lungo un breve tratto esposto dove però si trova una corda fissa che ci permette di attraversarlo agevolmente. Poco dopo il torrentello si arriva alla base del Van de Caleda: da qui inizia la risalita del non poco faticoso ghiaione. In quaranta persone l’ascesa non è da sottovalutare data l’instabilità del ghiaione stesso ed il pericolo quindi di far cadere pietre in testa alle persone sottostanti. Attenzione quindi! Piede fermo e occhi aperti! La giornata era calda umida e sfortunata perchè già si vedevano le nostre cime coperte da nuvole grigie che ci avrebbero oscurato il paesaggio una volta giunti in cima…

Attraversando il ghiaione si vede subito l’arrivo alla Forcella La Porta (2326 mt) e si nota la sovrastante cengia che ci porta alla vetta. Si è in mezzo ad un teatro di cime, a sinistra il San Sebastiano, a destra le cime del Tamer, ed alle spalle la valle ed il Moiazza la fanno da padroni! Gran bello spettacolo!

Verso la forcella abbiamo trovato qualche residuo di neve ma non ci ha infastidito. Dalla forcella (splendido panorama verso gli Spiz di Mezzodì) si può proseguire per il sentiero 524, percorrendo quindi l’Anello Zoldano che porta giù sino alla Baita Angelini. Non è stato il nostro caso! Il percorso devia subito a destra, lungo la cengia, franosa ma di modesta larghezza; il passo quindi è tranquillo e non obbliga ad aggrapparsi alle pareti.

Verso la fine del percorso si trovano le due uniche vere “difficoltà tecniche” del tracciato. Un breve passaggio in arrampicata ci ha fatto attrezzare una corda per evitare spiacevoli cadute e poco più sù, un imbuto che “costringe” a mettere nuovamente con soddisfazione le mani sulla roccia. Superati questi due passaggi si è arrivati in vetta. Il Tamer Piccolo sulla sinistra, e risalendo verso destra si va al Tamer Grande.

Qui il meritato pranzetto, e lo scambio di complimenti per l’arrivo con gli altri partecipanti! Sosta veloce dato che essendo in 40 non ci stavamo tutti in cima… Peccato per il tempo. Il panorama ci è stato negato dalle nuvole grigie che ci hanno accompagnato anche nel ritorno fino alla forcella.

La carovana riparte, divisa oramai in 3 gruppetti, ritornando per i due passaggi più impegnativi, urlando ogni tanto “Sassooooo!!!” e controllando che nessuno si faccia male. Passata la forcella si scende a ruzzoloni per il canalone fino al Val di Caleda. Altra sosta per mangiare la mitica porchetta portata da Denis (buonissima!!!) ed infine di nuovo in mezzo ai mughi e verso la birra fresca che ci aspetta al Rifugio, giù al passo Duran.

Bel percorso, faticoso ma bello. Bravo Nicola e bravi tutti gli accompagnatori che hanno tenuto testa a 40 personaggi pericolosi come noi! Uno sguardo al San Sebastiano, che ci ricorda l’avventura di settembre, e mi strizza l’occhio perchè torni a salutarlo fino alla vetta…

Il ritorno in autobus, tra annunci di prossime escursioni, ringraziamenti tra sezioni, una piacevole chiacchierata con Sandra, l’arrivo all’auto a San Donà, i saluti tra noi “fantastici 3”, un saluto ed una risata per 6C (parlo criptico ma chi c’era sa di cosa parlo…) Doccia calda, cena rigenerante e via a nanna.

Ah, dimenticavo, è stata la domenica di test per i miei nuovi Danner! Si sono comportati proprio bene, niente vesciche come invece mi facevano gli scarponi vecchi, peccato averli già sbucciati un po’ sulle rocce, ma è giusto così! Devono capire subito che non sono stati calzati per semplici passeggiate 🙂 …

Ivo

Ecco a voi le foto: (abbiate pietà per la qualità… è un cellulare!)

Cima del Tamer Grande

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2 risposte a In quaranta sul Tamer

  1. Ach dice:

    quando la smetterai di cazzeggiare la domenica su e giù per i monti, ti aspettiamo in spiaggia x cercare una donna che ti gonfi da quella specie di valvola di sicurezza che ti ritrovi in mezzo alle gambe!!!
    Ciao skurnakkiato e’mmerd

  2. Ivo dice:

    Pagliaccio!
    Io in spiaggia c’ero.. ma voi dove vi eravate imbucati?
    Comunque ci si rivede per il prossimo giretto in scooter (se non te lo ri-rubano 😀 )

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