Cima Sfornioi Nord

Buongiorno amici e benvenuti alla consueta rubrica: “Dove andiamo a grattarci i polpastrelli oggi?”

Bene, questa domenica è stata la volta di una cima rapida, veloce e piuttosto divertente. Siamo andati con la nostra troupe che ci segue oramai ovunque e che conta un numero sproporzionato di componenti (due persone) in quella bella zona denominata Sfornioi, ed in particolare ci siamo gustati la cima Nord di questo splendido gruppo di montagne.

Ecco quindi la piccola scheda, che però non vuole essere un riassunto, quindi leggete tutta la relazione, gustatevi il panorama e soprattutto se non l’aveta ancora fatta, andateci!

Cima Nord degli Sfornioi:

  • Dislivello: 900 mt circa
  • Difficoltà: EEA (si può dire EE ma per i meno avvezzi può venire d’aiuto una calata in corda per i passaggi di I° e II° grado)
  • Tempo di percorrenza: 5 ore
  • Cartografia: Tabacco n. 25 (Dolomiti di Zoldo, Cadorine e Agordine)
  • Partenza: Tabia Deona (mt. 1530)
  • Arrivo: Cima Sfornioi Nord (mt. 2410)
  • Da Forcella Cibiana si lascia l’auto nei pressi dei parcheggi del rifugio Remauro. Per sentiero 483 nei pressi di Tabia Deona si risale un piacevole bosco che in circa un’ora ci porta alla forcella de le Ciavazoles (varie tabelle lungo il sentiero). Da qui su traccia e alcuni ometti si risale in sinistra lungo il versante ovest dello Sfornioi Nord. Velocemente si arriva all’anticima (croce) e si prosegue su cengia nord, poco esposta ma con molto sfasciume sino ad incontrare degli ometti che indicano un rapido ritorno in salita sulla destra dove si trova subito il primo canalino (I° grado – sfasciume) Superato questo si procede sul versante sud est sino ad incrociare un altro canalino ( I/II°) che per circa 15 mt risale sino alla vetta. In alternativa si aggira sulla destra il canalino (bolli rossi) e si risale più agevolmente senza difficoltà tecniche ma stando attenti al continuo sfasciume. Il ritorno per la stessa via. Consigliato un breve passaggio per la forcella dei Gendarmi, molto suggestiva.

Sugli Sfornioi ero passato lo scorso anno, proprio in questo periodo, con Fabio, ma data la sua allora recente paternità, il giro è stato “semplificato” perché aveva già un cuore di papà e quindi invece di fare tutto il giro di forcelle che ci eravamo prefissati, siamo scesi dalla Ciavazoles (che vi raccomando in discesa!) ed eravamo finiti al Rifugio Bosconero per una bella fetta di strudel+birrozza, finendo poi per il Triol del Camillo, incontrando proprio il Camillo (grande uomo) e arrivando cotti a Pralongo. Una 10ina di km in simpatia insomma. Ma questa è un’altra storia…

Quest’anno ci sono tornato con il buon Nicola che sempre si propone per mete interessanti! Destinazione la Cima Nord, che dalle classiche relazioni trovate in giro per internet, sembrava divertente con quei passaggi di I° e II° grado. E così partiti dalla Rocca del Falcone, abbiamo fatto sosta al Bar Bianco (stavolta in quello di Pieve di Cadore) e ci siamo scafati una gran bella fetta di torta ai mirtilli. Con la colazione energetica, siamo arrivati a Forcella Cibiana, dove abbiamo parcheggiato l’auto al parcheggio a pagamento poco sopra il Rifugio Remauro. Parcheggiare direttamente al baretto Deona non è una grande idea perché la sosta è di solo 60 minuti e lo scorso anno ho preso un bel multone! Escursionista avvisato…

Dal bar di Tabia Deona si parte con chiaro segnavia 483 che porta ad una stradina verso destra chiusa al traffico non residente, per poi addentrarsi verso sinistra in un bel boschetto su sentiero. Il bosco è davvero bello, rigoglioso, selvaggio e rilassante. Godetevelo! Soprattutto in discesa quando sarete stanchi… Si sale quindi dolcemente lungo questo sentiero, scavalcando anche un piccolo cancello di legno per limitare qualche allevamento, e si prosegue arrivando ad uno spiazzo (circa 30 min), chiamato Pian D’Angias, dove il sentiero si divide in tre vie, una a sx per forcella Bella e poco dopo uno segue a dx per la baita Dare Copada. A noi ovviamente non ci interessano e proseguiamo per la forcella Ciavazoles, sempre ben segnalata con cartelli.

Dal piano si ricomincia a salire con maggiore inclinazione, ma sempre su facile sentiero (qui ora più sassoso) sino ad arrivare alla Forcella de le Ciavazoles (mt. 1994 – 1 ora con passo buono) dalla quale si ha una splendida vista sul gruppo della Tovanella e della Rocchetta Alta. Da qui volendo si può scendere lungo il canalone bello ripido e ricco di sfaciume e si può fare il giro degli Sfornioi o raggiungere a valle il Rifugio Bosconero. Noi invece, dopo esserci gustati il panorama anche alle nostre spalle, che ci mostra un sempre fantastico Pelmo ed un altrettanto invitante Antelao, proseguiamo salendo sulla traccia che sale verso sinistra. Zigzagando si avanza facilmente tra sassi e mughi e si costeggia il versante nord/est delle creste degli Sfornioi. Man mano che si sale si scorge sempre di più il Sassolungo di Cibiana ed in breve tempo si giunge all’anticima dello Sfornioi Nord (30 min dalla forcella), dove una croce di acciaio ci da il benvenuto. Il panorama è sempre più bello e la giornata soleggiata e fresca è un gran bel regalo! Ma non siamo ancora arrivati alla nostra meta, quindi proseguiamo seguendo la traccia che sale e costeggia continuamente il versante nord, ora tra sassi e sfasciume. Si prosegue facilmente, con poca esposizione ma tenendo sempre i piedi ben sotto controllo. Ogni tanto si vedono ometti e bolli rossi che ci confermano di essere sulla giusta via. Si supererà un piccolo spigolo e dopo circa mezz’ora dall’anticima, si arriva ad un punto in cui il sentiero si abbassa leggermente e si noteranno appena più in alto sulla destra degli ometti. Qui va abbandonato il sentiero (che gira intorno allo Sfornioi Nord per andare verso quello di Mezzo) e si risale sulla destra in direzione degli ometti per qualche metro. Subito si troverà un canalino (inutile andare avanti cercando di evitarlo, non si sale da altre parti, a meno che non si sia bravi arrampicatori…) di I° grado, relativamente facile ma bisogna fare ancora attenzione allo sfasciume. La parte finale richiede un po’ più di impegno per un roccione più grande da scavalcare.

Superato il canalino si prosegue ancora a destra sulla cengia che aggira leggermente sul versante sud-est della cima. Si prosegue salendo quindi in direzione della vetta finché ci si troverà davanti al secondo canale. Non è segnato (tracce di bolli vecchi) e viene spontaneo aggirarlo sulla destra, seguendo gli ometti, salendo tra sfasciume (sì sempre lui la rogna!) e facili roccette che ci portano senza difficoltà tecniche e quasi senza rendercene conto alla cima dello Sfornioi Nord (mt 2410 – 20 minuti dal primo canalino – 2 ore e 20 dalla partenza). Per chi non segue questa traccia e vuole fare il secondo canalino (indicano un II° ma a mio parere anche meno…) il canalino è pulito, simpatico e sono circa una 15ina di metri. Chi volesse discenderlo in corda può trovare un anello di corda piuttosto recente nella parte alta del canalino stesso, ma decisamente non necessario per chi vuole divertirsi un po’ e ha dimestichezza in discesa. Noi abbiamo fatto entrambe le vie (al primo tentativo abbiamo saltato il canalino perché proprio non l’abbiamo notato, così siamo riscesi e ce lo siamo fatti! 🙂 ).

La vetta è comoda ed il panorama è decisamente splendido. Tutto il gruppo degli Sfornioi e Bosconero è sotto i nostri occhi. A nord si vede benissimo Pelmo, Antelao, il museo del Rite… A ovest il gruppo del San Sebastiano verso Passo Duran, e verso est il proseguimento della catena con il Sassolungo e le creste fino al Sas di Mezdì.  Bellissima la severità di queste vette e le spaccature verticali che si aprono tra l’una e l’altra. I due Gendarmi sono davvero affascinanti e decidiamo di scendere a vederli. Ci attira inoltre lo Sfornioi di Mezzo, questo “fungo” di roccia che compare lì in mezzo.

Così dopo una breve sosta e quattro chiacchiere con gli unici altri ospiti della montagna di oggi, scendiamo per la seconda volta, ma stavolta arrivando fino alla fine del primo canalino, da dove proseguiamo il sentiero che aggira la cima Nord e porta dritti alla forcella dei Gendarmi (circa 30 min dalla cima). Anche qui si resta suggestionati da questi torrioni di roccia che sembrano cadere ad un solo alito di vento. La forcella ed i canalini lì intorno sono dei gran begli ascensori di sola andata verso valle e denotano tutta la serietà di questi posti.

Mentre Nicola regala ad uno dei gendarmi il meglio di sè, io mi concedo qualche scatto. Pranziamo con calma proprio alla forcella, godendoci il sole, le nubi e l’aria fresca di questa giornata estiva. Poi ci stuzzica il “fungo” di mezzo. Non abbiamo nessuna relazione, ma seguiamo i pochi ometti e le tracce che portano alla base della cima di Mezzo. Qui dopo qualche breve cengia gli ometti spariscono e ci troviamo a dover arrampicare. Facciamo qualche passo ma non notiamo bolli od ometti, ed il mio sesto senso non si fida e decido che nonostante la voglia e la curiosità non me la sento. Ci guardiamo e ci stuzzichiamo l’un l’altro ma poi vince la diffidenza e mi convinco sempre più che quando non ci si sente di fare una via, è meglio lasciare perdere. Nicola accetta da buon amico la mia scelta. O tutti e due o nessuno. Così un po’ a malincuore ma comunque contenti per la vetta prefissata, ritorniamo sui nostri passi, continuando ad auto affliggerci su come una volta eravamo più arditi e avremmo fatto l’altra vetta e bla bla bla bla….

Lungo la forcella si notano altri bolli che scendono probabilmente a forcella Piccola, sul versante est ma non lo sappiamo e sulla Tabacco ovviamente non è segnato niente (sarà da indagare…). Camminiamo quindi sul sentiero già fatto e scendiamo, anche se ancora con un po’ di voglia di vetta. Velocemente si torna alla forcella, da qui si scende nel bosco (davvero bello e rilassante, fatelo!) e arriviamo al bar di Tabia Deona. Qui immancabile Radler e una fetta di torta come suggello della nostra giornata. La voglia di croda ci è rimasta, ma vediamo che comunque tutti gli Sfornioi sono ben coperti dalle nuvole da quando abbiamo iniziato la discesa, quindi va bene così. Si ritorna al parcheggio, uno scatto alla bellissima forcella Scodavacca, laggiù verso il Cridola, ricordandomi quei bellissimi 3 giorni passati là in mezzo da solo. Ho proprio voglia di rifare quel tipo di giornate… chissà che non ci riesca quest’anno!

Una pulitina, un cambio e via in macchina verso casa, ridendo e parlando di tutto un po’ come piace fare a noi…

Lo Sfornioi di Mezzo ci resta da fare, ma ce lo appuntiamo, quindi tornate a visitarci 🙂

Ivo

>>Le foto qui<<

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2 risposte a Cima Sfornioi Nord

  1. Paja dice:

    Come sempre ottimo racconto 🙂

    Paja

  2. Ivo dice:

    Grazie vecchio mio…
    Aspetto sempre che tu venga una volta a farti un giro insieme a me! 😉
    E poi magari ndemo in pista insieme 🙂